martedì 14 agosto 2007

Giro delle TRE CIME di LAVAREDO


Martedì 14 agosto 2007




Io, Manu e Paolino l'Alpino





Partiti da Vigo di Fassa il lunedì tardo pomeriggio, ci lasciamo rapire dalla grandiosa parete Nord-Ovest del Civetta (m 3.218), "la Parete delle Pareti", coi suoi 1.200 m di altezza per oltre 6 km di larghezza, solcata da celebri vie quali la Solleder-Lettenbauer e la Livanos alla Cima Su Alto (visibile in pieno sole sulla destra):



Transitando a Passo Falzarego (m 2.105), ecco il maestoso Sass de Stria (m 2.477), alla luce del tramonto:

Scendiamo poi a Cortina d'Ampezzo, la "Perla delle Dolomiti", dove ceniamo in pizzeria e, dopo una breve passeggiata in centro, decidiamo di andare a dormire in zona Tre Cime.




La notte nei pressi del lago di Misurina si svolge tranquilla; al risveglio, il tempo non è male come previsto, solo qualche velatura.
Abbiamo dormito col pullmino parcheggiato vicino ad un torrente, per cui riusciamo pure a darci una lavata degna di questo nome.
Sborsiamo i 20 euro di pedaggio per arrivare alle Tre Cime di Lavaredo ed eccoci al loro cospetto, di fronte alle pareti sud, non certo quelle per cui sono celebri in tutto il mondo:



Parcheggiamo a pochi passi dal Rifugio Auronzo (m 2.320), sulle cui pareti campeggiano le immagini, le storie, le dediche e le vie dei grandissimi scalatori di ieri e di oggi...


Imbocchiamo subito il sentiero che conduce alla Forcella Lavaredo, da cui vedremo le mitiche pareti nord.

Da sinistra, la Cima Grande (m 2.999), la Cima Piccola (m 2.857), la Punta Frida (m 2.792) e la Cima Piccolissima o Torre Preuss (m 2.700):


Finalmente, eccoci al cospetto delle pareti tra le più famose e decantate del mondo e non a caso: ora possiamo capirne il motivo!


Si resta semplicemente senza parole di fronte a queste lavagne di dolomia gialla e strapiombante, lungo le quali corrono le vie disegnate dai grandissimi fenomeni dell'arrampicata, dagli anni Trenta di Emilio Comici ai giorni nostri di Alex Huber e Bubu Bole.


Siccome le previsioni non erano buone, decidiamo di non avventurarci su queste fantastiche vette, per non rischiare la pelle e per rispetto nei loro confronti, anche perchè le vie normali sono piuttosto lunghe e complesse dal punto di vista dell'orientamento... Meglio evitare di trovarci a vagare per le pareti in mezzo alla nebbia!

Optiamo per un rilassante e bellissimo giro attorno alle monumentali cime, ma, anziché percorrere il lato nord a distanza, decidiamo di contornare le grandi pareti nord passando ai loro piedi, andando a scovare, ammirare e toccare con mano i punti di attacco delle vie più mitiche.

Appena abbandonata la Forcella Lavaredo, eccoci alla base della Cima Piccolissima, dove corre la Fessura Preuss (V 236 m 7L), il capolavoro di Paul Preuss, fenomenale teorico dell'arrampicata libera e pura:



Che emozione, eccoci all'attacco di una delle vie dei miei sogni: lo Spigolo Dibona alla Cima Grande di Lavaredo (V- D- 734 m 18L), lo spigolo Nord-Est:




La liscia e strapiombante parete (un sasso lasciato cadere dalla vetta atterra a circa 30 m dalla base della parete...) della Cima Grande ed il profilo della parete nord della Cima Ovest:

L'attacco dello Spigolo Dibona, qualche metro a sinistra della targa bronzea in memoria di uno sfortunato pretendente alla via:


Che parete!






Ed eccoci all'attacco di un'altra via che ha fatto la storia dell'alpinismo, la Comici alla Cima Grande (6b/V+ e A1 D 505 m 17L), con la quale il grandissimo Emilio Comici, con i fratelli Giuseppe e Antonio Dimai, scalò per primo la grande parete nord nel 1933:



Paolino simula la partenza di un lungo viaggio:


Tre idioti al cospetto dei giganti...

Proseguiamo il nostro viaggio attorno alle pareti e nel tempo, giungendo sotto la parete nord della Cima Ovest di Lavaredo.

In particolare, ammiriamo l'enorme tetto strapiombante di 45 m lungo il quale solo 5 o 6 giorni fa Alex Huber ha aperto e liberato Pan Aroma, via di altissima difficoltà (8c), che supera in libera il grande tetto che domina la parete:

Sulla destra, all'altezza dello spigolo, attacca invece la mitica Cassin (VIII 522 m 20L):


Un sinistro ritrovamento sotto la parete:


Termina poi il nostro grandioso tour, tornando verso il versante sud, non prima di un'ultima foto con le nuvole che avvolgono di storia le pareti nord:

Paolino ha un faccia a faccia poco amichevole coi locals...


Su mia proposta, lauto pranzo al ristorante self-service del Rifugio Auronzo:

Poi via, alla volta di Erto!!!

3 commenti:

paolo ha detto...

Che pareti!!! fan veramente impressione!

DANI ha detto...

Pensa che un giorno o l'altro da lì ci saliremo!!!

Anonimo ha detto...

perche non organizzarci e andare a fare la comici?