sabato 22 gennaio 2005

VISO MOZZO (m 3.019): tentativo via Normale invernale

Sabato 22 gennaio 2005



Io, Paolino l'Alpino e Carlo


 
Parcheggiata l'auto al Pian della Regina (m 1.800), ci prepariamo e partiamo.
Freddo cane; la neve non è abbondante ed il vento forte l'ha ammassata qua e là:
Il panorama è subito grandioso, dominato dal Monviso (m 3.841) e dal Visolotto (m 3.348):
La parete nord-est del Viso Mozzo (m 3.019), che oltretutto offre una balconata splendida sul Viso:
In breve siamo al Lago Chiaretto, poi proseguiamo lungo le morene detritiche:
Procediamo con grande difficoltà, a causa del vento molto forte... Talmente forte da arrivare quasi a spingerci a terra...
Ci consultiamo continuamente se sia il caso di proseguire o meno... Per il momento decidiamo di sì, ma le condizioni sono veramente estreme:
Rocca Truné:
Proseguiamo ancora, seppure sia davvero difficile... l'attenzione è calamitata dalla vista sulla parete est del Monviso:
Il panorama è magnifico, ma le foto non rendono giustizia delle condizioni... ok, si torna indietro.
Sarà per un'altra volta.
Quando scendiamo, beffardamente il vento sembra calare, ma in alto non è cambiato nulla.
Ci regaliamo ancora qualche scatto, poi per oggi si torna a casa, al caldo:

sabato 8 gennaio 2005

Val VENY in inverno


Sabato 8 gennaio 2005




Io, Manu, Gian, Fabri e Paolino l'Alpino


Bella cumpa, per una gita ad alto tasso panoramico.
Giunti a Courmayeur, il sole del mattino inonda le Grandes Jorasses (m 4.208):



il Dente del Gigante (m 4.013) ed il Colle del Gigante, sopra Entreves:


La strada per la Val Veny è chiusa praticamente già al suo imbocco, essendo la valle stretta ed incassata, quindi molto fredda.

Ci prepariamo e ci vestiamo:


Pochi minuti dopo esserci messi in cammino ci imbattiamo in una piccola baita adibita a stalla:

L'ambiente è veramente fiabesco:

Dopo una svolta, lo sguardo è calamitato dalla spettacolare Aiguille Noire de Peuteréy (m 3.772) e dal proseguio della Cresta di Peuteréy, che si snoda fino in vetta al Monte Bianco (m 4.807):


Dopo una deviazione avventurosa tra i boschi per tagliare alcuni tornanti della strada innevata, sbuchiamo in prossimità del santuario di Notre-Dame de la Guérison:

Fabri aiuta Gian con lo zaino, il fratello (io...) è troppo impegnato ad ammirare le vette!



Che scenario incredibile:


Proseguiamo lungo la strada, che sembra una pista di sci di fondo:

Gian si diverte, anche se non soffre certo il caldo...

Giungiamo al piccolo abitato di Peuteréy: sopra di noi, oltre il colle tra il Mont Noir (m 2.928) ed il Mont Rouge (m 2.941), si trova l'attacco della mitica Cresta Sud all'Aiguille Noire de Peuteréy, via Brendel-Schaller (V+ TD 1.200 m):



Dopo tanto rimirare, la fame si fa sentire, così facciamo una pausa:




Per superare un pendio con neve profonda, calziamo le racchette da neve:




La Val Veny si restringe:



Per arrivare a vedere la vetta del Bianco da quest'angolazione, risaliamo una morena innevata, facendo una fatica bestiale...


Intanto si è alzato un vento fortissimo e gelido:


Il Nano è a pezzi e mi insulta pesantemente per averlo trascinato in questo inferno ghiacciato:


Io non me ne curo e resto estasiato da ciò che vedo: le pendici della Noire in primo piano, il Dente del Gigante (m 4.013) e le Grandes Jorasses (m 4.208) sullo sfondo:

Torniamo indietro, fa freddo e le giornate sono cortissime, il buio non tarderà a calare...

Ripassiamo sotto la Noire ed io continuo a seguire con gli occhi il profilo della grande cresta:

Quando torniamo, Entreves ha già indossato il vestito da sera...

giovedì 6 gennaio 2005

PUNTA OSTANETTA (m 2.375): via Normale invernale

6 gennaio 2006





Io, Manu e Paolino l'Alpino


Siamo ai primi di gennaio, fa freddo, c'è la neve ed è una giornata tersa; dove si va in casi come questo? Ovvio, a rifarci gli occhi su una delle più belle balconate panoramiche sul Monviso: Punta Ostanetta (m 2.375).

Paolino c'è già stato n volte, io e Manu mai...

Imbocchiamo la Valle Po e parcheggiamo poco sopra la splendida borgata di Ostana (m 1.000).
Non c'è molta neve, ma fa freddo e c'è ghiaccio.



Si tratta di una salita semplicissima, solo un po' faticosa in inverno, ma che ripaga ampiamente con veduta incredibili sul Monviso (m 3.841) e, una volta in cresta, sull'intero arco alpino e sulla pianura...

Ecco i tavoli da pic-nic poco dopo la partenza: per chi ne ha abbastanza dopo 15'...


Il percorso è segnalato e tranquillo...

Sempre panoramico:


I primi sintomi della quota, salendo...

La neve aumenta un po', calziamo le racchette:




Quando usciamo in cresta, la vista si apre anche sulla pianura...

Spettacolo... Emerge chiaramente la Rocca di Cavour:


Sembra di essere su un aereo:


La cresta sale dolcemente; davanti a noi, il Monte Bracco.

Fin lassù...


Dove la cresta spiana...


La vetta!!!


La cresta continua e si passa da una punta all'altra:





Ecco due deficienti che simulano la discesa in sci del pendio:



Poi, inizia la discesa. Ci voltiamo a rimirar la nostra traccia:



Quando torniamo ai tavoli, nonostante la semplicità del percorso, la fatica si fa comunque sentire: ecco il solito autoscatto patetico del Gnoc, un Paolino l'Alpino versione San Patrignano ed io, che cerco di sembrare ancora fresco e dinamico, quando invece siamo a pezzi...


Ci concediamo un'ultima foto artistica: