sabato 25 marzo 2006

Picco PALESTRA (GE): via Gino Musso

25 marzo 2006

Io, Manu, Fabri e Paolino l'Alpino

domenica 12 marzo 2006

Picco PALESTRA (GE): tentativo via Gino Musso


12 marzo 2006



Io e Manu



Dopo la bella giornata di ieri passata al Bracco, io e Manu ce ne andiamo nell'entroterra genovese.

Il fatto è che io non sto più nella pelle: voglio mettermi alla prova su una vera via di montagna, fuori dalle falesie super-frequentate e super-spittate, dove spero di aver messo a punto alcuni automatismi e di aver imparato qualcosa nell'arrampicata e nelle manovre di corda.

La destinazione è il Picco Palestra, anche chiamato Rocche di Prou Ballou, dove corre una via molto conosciuta in Liguria, di cui ho trovato un paio di relazioni in rete: la Gino Musso (IV+ D- 150 m dislivello 9L), da noi già ribattezzata VAGINO MUSSO (senza offesa per nessuno, lungi da noi...).

Premesso che non si tratta proprio di una vera via di montagna, selvaggia, ma l'ambiente si avvicina molto, rispetto alle falesie...

Già in autostrada, però, si intuisce che non sarà una giornata facile: soffia infatti un vento fortissimo, in tutta la Liguria.

Noi proseguiamo comunque, sperando in un locale microclima favorevole e cogliendo l'occasione per lo meno per trovare l'ubicazione precisa della via.

Seguendo le indicazioni della relazione, scopriamo un entroterra piuttosto selvaggio e bellissimo: in pochi minuti si passa infatti dal caos e dal traffico della costa ad un selvaggio deserto umano... ci sentiamo quasi dei pionieri, non c'è anima viva...



In compenso c'è il vento, fortissimo e freddo...

Parcheggiamo, ci carichiamo l'attrezzatura in spalla ed imbocchiamo il sentiero: a me diverte sempre la fase di ricerca della via, una specie di caccia al tesoro in luoghi spesso mai visti e conosciuti, in un ambiente in genere bellissimo e misterioso.

Alla fine, eccola: la descrizione corrisponde, troviamo le indicazioni cercate e l'attacco della via!

Ovviamente, la via è un po' ricercata, nel senso che va a cercare le difficoltà: in pratica corre lungo speroni rocciosi, ai lati dei quali si trova il pendio erboso, che sarebbe comodamente percorribile...

Lato positivo: non mancano certo le vie di fuga dalla via! Ecco, questo ovviamente è un fattore positivo per la sicurezza, ma che toglie quella componente di avventura tipica della vera via di montagna.

Attacchiamo la via.

Il primo tiro è IV+.

La roccia è serpentino, come quella del Monviso che conosciamo bene, ed oggi è gelida!

In qualche modo, quasi strappati (letteralmente!) dalla parete da un vento patagonico e gelido, giungiamo alla prima sosta: una cosa mai vista, si deve stare aggrappati alla roccia, attendere che il vento molli un attimo di intensità e solo allora eseguire il movimento ed il passo successivo... altrimenti, si viene strappati dalla parete!

No, no, non ci siamo... In queste condizioni, è impossibile!

Sfruttiamo le vie di fuga e battiamo in ritirata: siamo talmente sbatacchiati dal vento ed infreddoliti, che non riusciamo a fare le corde come Dio comanda... così, ce le buttiamo addosso alla meglio e fuggiamo letteralmente da quel versante (Nord...)!

Percorso il sentiero di avvicinamento a ritroso, divalliamo sul versante Sud, con vista mare, dove il vento diminuisce notevolmente e ci svacchiamo in mezzo all'erba, al sole tiepido di marzo.

Quando riacquistiamo sensibilità alle mani, mangiamo un panino e facciamo le corde per bene.

Alle nostre spalle, oltre il crinale, si sente un rumore incredibile, un ribollire clamoroso del vento; il vento è talmente forte che, durante l'attraversata del bosco che ricopre il versante Est del monte, teniamo il casco in testa, per paura che cadano rami o alberi!!!

E dire che noi speravamo che magari localmente non tirasse vento, lungo la via: al contrario, il versante Nord del Picco Palestra è totalmente privo di vegetazione di alto fusto o arbustiva, proprio perchè è spazzato quasi continuamente da venti forti e gelidi!

OK, adesso però conosciamo un po' meglio la zona e sappiamo esattamente arrivare all'attacco della via (io, perchè Manu, come sapete, ha senso dell'orientamento spaventosamente NULLO!!!), senza girare a vuoto e senza perdere tempo...

Oggi siamo sconfitti dalla furia degli elementi, ma torneremo!

sabato 11 marzo 2006

Monte BRACCO (m 1.308): Raggio Verde

11 marzo 2006

Io, Manu, Paolino l'Alpino e Paolo

sabato 4 marzo 2006