sabato 17 marzo 2007

Rocca di Lities (m 1.442): Adesso Basta!



17 marzo 2007


Io, Manu, Simo e Paolino l'Alpino



Indecisi fino all'ultimo sulla destinazione, ci troviamo alle 7,20 e puntiamo sulla curiosità per un posto nuovo, tutto da scoprire, per noi: la Valle di Lanzo.
L'alternativa più gettonata sarebbe stata il Paretone di Machaby, ma abbiamo pensato che sarebbe stato troppo affollato.
Facciamo un bel po' di strada, fino a Cantoira, dove abbandoniamo la strada provinciale e risaliamo i tornanti che portano a Lities (m 1.100).

Abbiamo subito di fronte la nostra meta: la Rocca di Lities (m 1.442).


Da lontano non sembra così impressionante, ma quando ci avviciniamo... beh, aumenta il rispetto per la parete verticale che ci si para di fronte!

La via che affrontiamo è Adesso basta! (5b D 200m 7L).



Mentre ci avviamo, sorpresa: Simo ha dimenticato a casa l'imbrago!!!
Beh, cominciamo coi migliori auspici...
No-problem: lo improvvisiamo, usando le corde ed una fettuccia.
Chiaramente, lui salirà da secondo di cordata, non possiamo rischiare un suo volo.
Si lega con Manu; io e Paolino siamo l'altra cordata.

L'attacco è ben segnalato e la partenza richiede attenzione ed aderenza.


Dopo le placche iniziali, un leggero traverso a sinistra porta sotto un diedro verticale, che si affronta uscendo sulla faccia destra (5b).



La seconda lunghezza è più facile, ma comincia con un passo molto aereo ed esposto, una spaccata sul vuoto, in cresta, da uno spuntone all'altro, cui segue un traverso ancora a sinistra ed alcuni metri camminando su un'ampia cengia, fino alla sosta.



Il terzo tiro si infila in un diedro inclinato verso destra, poi affronta direttamente la parete verticale.
Paolino sale da primo, non si avvede della sosta e prosegue anche lungo il tiro successivo, di terzo grado, che sale alcuni gradoni, fin sotto "il cuore" della via, i tiri chiave.


Lo raggiungo e parto per la quinta lunghezza di corda.



Seguo il filo di uno spigolo, traverso a destra su placca fin sotto questa parete completamente verticale:

Ci sono buoni appigli, ma l'esposizione è notevole, come pure la fatica; il muro si scala in leggero traverso verso destra, in diagonale, fino a riguadagnare lo spigolo, dove si trova un punto di sosta. Laggiù, ecco Paolino alla sosta precedente:


E' un tiro molto estetico e divertente, in forte esposizione, non resisto alla tentazione di fotografare il mio compare quando si trova in piena parete (lo assicuro con un autobloccante, ovviamente...):



La sesta lunghezza è condotta da Paolino: è sempre esposta e costringe ad un passo molto atletico, la fessura che si vede a centro foto da superare in dulfer; la via è data come 5b max, ma questo passaggio secondo me vale almeno un 5c. Bravo Paulin, che lo supera bene, anche se con fatica.


Si sbuca sul cengione sommitale, sormontato ancora da una sorte di enorme vela rocciosa, che rappresenta la vetta vera e propria.

Il settimo tiro della nostra via salirebbe lo spigolo, prima atletico, poi più abbattuto fino in cima, ma, così come Manu e Simo che ci precedono, anche noi decidiamo di scalare la placca in piena parete.

Tocca a me condurre: non nascondo che sia il fatto di preferire la placca ai passaggi faticosi, sia l'aspetto della parete che sembra più abbordabile mi fanno optare per la placca.

In realtà si tratta dell'ultimo tiro della via Come sono Togo (6a sostenuto 150 m 5L), una lunghezza descritta così dalla relazione (che leggerò solo in seguito...):

V tiro (5c) Placca sul vertice sommitale della Rocca. Passaggi piuttosto delicati nella prima parte. La seconda parte si abbatte e diventa facile sulla via d'uscita. Chiodatura un po' lunga.


Infatti, la parete si fa presto completamente verticale, con oassaggi delicati e soprattutto con chiodatura molto lunga!!!



Non aiuto certo il mio morale quando mi imbatto in un bel maillon rapide abbandonato da qualcuno che si è ritirato, calandosi su di esso... è sempre un trite presagio...

Arrancando un po' e bestemmiando altrettando, raggiungo la parte sommitale della parete, dove le difficoltà diminuiscono un po', ma in compenso la chiodatura si fa chilometrica!!!

Esco in vetta.

Assicuro Paolino, che sale sottolineando a sua volta l'adrenalina data dalla chiodatura lunga per il capocordata.
Intorno a noi, altre pareti paiono invitanti:


La discesa non è molto agevole.

Alle doppie, preferiamo il sentiero, come è buona norma quando possibile.

Scendiamo sul lato nord della Rocca di Lities, tra la vegetazione; a tratti il percorso è attrezzato con corde fisse.

Quando raggiungiamo i prati sottostanti, ci voltiamo a guardare dove siamo passati arrampicando e non manchiamo di sottolineare quanto siamo fuori...


Al parcheggio, diamo l'assalto a Coca e pizza al taglio, seduti di fronta ad una chiesetta, che riporta essa stessa raccomandazioni e preghiere di stampo alpinistico:


Poi, via in macchina, dando un ultimo sguardo alla Rocca di Lities:

1 commento:

Anonimo ha detto...

BELLA VIA, CONTENEVA DI TUTTO: PLACCA, DULFER, PICCOLE PRESE, VERTICALITA' ED ESPOSIZIONE!
DAVVERO UNA BELLA SCOPERTA E UN BEL SITO DA FREQUENTARE!