sabato 13 gennaio 2007

Monte COUDREY (m 1.298): Doctor Jimmy

13 gennaio 2007




Io, Manu e Paolino l'Alpino


Oooooh, che bella giornata abbiamo vissuto!!!
Divertimento e relax allo stato puro, su una via di roccia più bella di quanto mi aspettassi.
Visto l'inverno incredibile che sta facendo (o meglio, il non-inverno), propongo di lanciarci su una bella via lunga (anche in previsione delle vie lunghissime che intendo fare quest'anno, tipo la Nord del Pizzo Badile): in Val d'Aosta le previsioni danno temperature primaverili e, ovviamente in inverno, tempo stabile tutto il giorno.
OK.
Partiamo poco dopo le 7,00 da casa mia, sosta al solito autogrill di Scarmagno, uscita a Pont Saint Martin (AO) e, giunti a Donnas, imbocchiamo la stradina che si inerpica su per il monte, tra bellissimi vigneti a terrazze e muri a secco.





Parcheggiamo e iniziamo il brevissimo avvicinamento: 10 minuti, in discesa, veramente il posto migliore per chi non ama i lunghi e perigliosi avvicinamenti (vero Simo???)...
Eccoci all'attacco, sono le 9,30; siamo i primi; ci leghiamo e io farò il capo-Cordata-Varicocele per i primi tiri.





La via è una figata, roccia grandiosa (gneiss granitoide, lo stesso del vicino Paretone di Machaby) e difficoltà sempre sul 5, dal 5a al 5c, con un paio di tiri transitori più facili e, volendo salire salire oltre la cengia che riporta al parcheggio, un tiro con alcuni metri di 6a molto bello.
I dettagli della via: Doctor Jimmy (6a D 400 m 13L), molto famosa e ripetuta, spittata e con soste da attrezzare (scelta discutibile, secondo me).



Presto arrivano altri ragazzi, noi partiamo per primi ma dietro di noi le cordate saranno non meno di sette!

Il primo tiro (5a):


Seguono un tiro di 4°, un 5b ed un 5a.




La via si segnala per essere piuttosto varia: placca, parete, spigoli, partenze boulder, tacchette, canne verticali, buchi... Fantastico!



I soliti casini con le corde, in sosta...


Al quinto tiro (5b), passa in testa Paolino l'Alpino: avanti Varicocele!
Ha il suo daffare a scalare il primo tratto e lo interpreta a modo suo (della serie "se non criniamo non ci divertiamo!")...

Poi ci regala un voletto alla partenza del settimo tiro (5b), passaggio atletico e faticoso, dove io e Manu siamo un po' aiutati dalla statura: infatti per noi il lancio ad afferrare una bella presa un po' alta non è così lungo.
Ma nel complesso saliamo tutti abbastanza bene, senza eccessivi problemi, in modo da goderci appieno la scalata ed il clima decisamente fuori stagione!


Di fronte alla parete, lo sguardo vaga fino alla prospiciente Valle di Champorcher e si vede in particolare lo spigolo su cui corre la via Scaccia-Pensieri alle Placche di Oriana, fatta qualche settimana fa... Sotto di noi, invece, il Forte di Bard, tetro e severo:



Gli ultimi 3 tiri sono per Manu (Il Gnoc); in particolare, l'undicesimo è entusiasmante, un muro verticale di placca a reglettes, 5c ad alto godimento:




Usciti in cima al muro verticale, ecco chi ci accoglie...



Si sbuca su una grande cengia, dove il 90% dei climber toglie le scarpette, fa le corde e se ne va, perchè la cengia costituisce il sentiero che riporta al parcheggio, anche questo comodo, breve e in discesa.
In teoria mancano due lunghezze, caratterizzate dal passo di 6a iniziale, mentre poi la parete si abbatte e l'ultimo tiro è addirittura solo 3+...

In cima, ci si cala in doppia fino alla cengia e si va via per questa.

E' un po' tardino e siamo anche un po' stanchini; in più Manu non vuole forzare troppo il dito infortunato.

Morale: facciamo un breve tentativo, poco convinto, poi decidiamo di andare a casa.

Questo è il tratto che ci ha respinto:






Dimenticavo: la via è spittata corta, per cui sarebbe facile azzerare le difficoltà, se si volesse comunque proseguire... ma chi se ne frega, non è che si sbuchi in vetta al Cervino...

Anduma a ca', che è mej!

4 commenti:

Anonimo ha detto...

silenzio!
Il dottore opera..............

kamerlele ha detto...

davvero una giornatona di arrampicata come non ci sia aspetta di fare al 13 gennaio !
La via è davvero un bel "D", la roccia un sogno; soprattutto mi piace sottolineare quando una via "lunga" (400 m) ha il pregio della VARIETA'.
Placche, partenze boulder, lame, tacchette, insomma non c'è modo di annoiarsi, davvero...
Un'ultima considerazione sull'affollamento; ogni tanto ci si sente "accademici" ad attrezzare sempre le soste con fettuccia su due spit, e si ricevono occhiatacce dalle cordate che seguono... ebbene, non facciamo i fighi e continuiamo così, sai mai che uno spit dovesse cedere. W le cose fatte per bene !!!
;o)

Anonimo ha detto...

ehi, sono volato, ma ho cercato VOLUTAMENTE di superare i passaggi in maniera più atletica e complicata.
Il passaggio scontato era x me troppo facile!
hi, hi!

DANI ha detto...

Chiaramente è così...

Davo per scontato che nella lotta con l'Alpe noi crinatori si va cercando la difficoltà, per purificarci dalle manchevolezze della vita di tutti i giorni!!!