sabato 21 aprile 2007

ROCCA LA MEJA (m 2.831): Canalino Sud


Sabato 21 aprile



Io, Paolo e Paolino l'Alpino




Doveva essere il ritorno alla montagna di Carlo, invece... il lavoro l'ha inchiodato ad Alba!

Il preventivato "assalto" all'Oronaye (m 3.100) pertanto viene rimandato: non possiamo portarlo a termine senza di lui, che ha come noi un conto in sospeso con la cresta finale di quella cima.

Dunque, che si fa?
Manu e Simo, che non aspettavano altro, vanno ad arrampicare al Vallone del Bourcet (posto che, tra l'altro, io non trovo tra i più esaltanti), io ho una costola incrinata e non posso arrampicare, mentre Paolino l'Alpino tira fuori dal cilindro una grande proposta: andiamo a dare un'occhiata a Rocca la Meja (m 2.831), dove io non sono mai stato!

Partiamo alle 5,30 e ci incontriamo un'ora più tardi a Dronero con Paolo.

Risaliamo la Val Maira e poi il Vallone del Preit, sulla destra orografica, quasi fino al Colle del Preit (m 2.083), dove lasciamo le auto e partiamo. Da lì, la montagna offre alla vista il suo versante Nord-Ovest:



Alle mie spalle, il Monte Cassorso (m 2.774), con l'evidente canale, ormai detritico e spoglio di neve, alla base del quale abbiamo lasciato le auto. Come al solito, impiego una vita a prepararmi: lenti a contatto, calze, scarponi, ghette, ramponi e racchette fissati allo zaino, panino, ecc...



In breve, oltrepassiamo il Passo e scendiamo al laghetto, da dove vediamo il sole fare capolino dietro alla montagna:


Saliamo, portandoci come al solito le racchette da neve in spalla (zavorra che fa allenamento...), e raggiungiamo i contrafforti occidentali di Rocca La Meja, che presentano grandiose pareti verticali di calcare-dolomia:


Paulin ci offre un assaggio di plasticità boulder:



Saliamo i ripidi pendii innevati, il fondo porta abbastanza bene, solo a tratti si sprofonda:

Saliamo lungo la base dell'imponente parete sud, lungo la cengia che rappresenta la via normale estiva di salita alla montagna; le pareti sono veramente impressionanti e lungo la normale ci sono degli spit nuovi, che consentono una assicurazione ed una discesa a corde doppie, in caso di necessità:

Abbiamo lasciato un po' di roba all'inizio del cengione che taglia la parete Sud, dove abbiamo calzato i ramponi e brandito le piccozze.
Raggiungiamo il versante Sud-Sud-Est, che ci condurrà alla base del canalino.


E finalmente... eccolo!!!

Beh, direi che è abbastanza impressionante...

Iniziamo la salita del canalino nevoso: il manto comincia a smollarsi, ma è ancora accettabile.
Va avanti Paolino. Dopo un primo scivolo, si incontra un piccolo risalto roccioso, che superiamo facendo ricorso anche a rudimenti di dry-tooling:



Giungiamo ad una splendida forcella, molto aerea, cui segue un altro scivolo, la parte alta del canalino:




Siamo fuori: sbuchiamo su una cresta innevata, da cui si vede la croce sommitale, senza più difficoltà da vincere:




Gli ultimi passi:


La vetta!
Firmando il libro di vetta, ci rendiamo conto di essere i primi a calcare la cima di Rocca La Meja nel 2007!!!

Foto artistica di vetta (in alta quota, non è raro il sopraggiungere di un certo appannamento cerebrale...):

Il clima è splendido, eccezionalmente mite per queste quote in questo periodo.

Rosicchiamo qualcosa, poi iniziamo la discesa, ricorrendo ancora in più punti all'aiuto della piccozza.



Anche scendendo, l'attenzione è continuamente rapita dalla bellezza e dall'imponenza delle pareti, su cui corrono alcune vie di arrampicata: una di queste, Piccola Peste (5c D 230 m 5L), figura tra i miei obiettivi 2007.


Allora, Paulin, giudizio sulla giornata? Grande alpinismo!!!


Un ultimo sguardo alla parete Sud:

Lungo la via del ritorno, una sgradita sorpresa: un bel temporale, con tanto di fitta grandinata sulla capoccia: fortuna che abbiamo il casco e che ci ripariamo per un po' in una baita diroccata.



1 commento:

Anonimo ha detto...

bellissima giornata, alpinismo di fatica, come vuole lo spirito della varicocele! Poco da invidiare alle ascensioni estive su ghiacciaio.